MATTEO CREMON

MICHELE MORI,

STEFANO ROTA

 

BUFFONI ALL'INFERNO

di Marco Zoppello

regia Marco Zoppello

scenografia Matteo Pozzobon e Roberto Maria Macchi

maschere e carabattole Stefano Perocco e Tullia Dalle Carbonare

costumi Lauretta Salvagnin

 

produzione Stivalaccio Teatro

si ringraziano il Teatro Busnelli di

Dueville e l’Accademia Olimpica di Vicenza

 

Profondità delle lande desolate dell’inferno. Un tranquillo ed eterno giorno di torture strazianti. D’un tratto si leva un latrare sguaiato, sono i diavoli di malebranche che corrono da una parte all’altra alla ricerca del loro Re, il terribile Satana. Sulle rive dello Stige sono giunte millemila anime, così, d’un tratto, portate all’altro mondo da una fulminante peste bubbonica, vaiolica, assassina e vigliacca. L’Ade è di colpo intasato e Minosse, impietoso giudice delle anime, è costretto a fare i salti immortali per esaminare le colpe di tutti.

 

Le operazioni vanno a rilento, gli spiriti protestano, insorgono, volano insulti e qualche brutta bestemmia. Belzebù, con profonda saggezza, offre uno sconto di pena alle anime di tre buffoni, Zuan Polo, Domenico Tagliacalze e Pietro

Gonnella, per tornare a fare ciò che in vita gli riusciva meglio: intrattenere.

 

Lo spettacolo ripesca dall’antica arte del buffone, l’intrattenitore per antonomasia, il più devoto cultore dello sghignazzo. Da che mondo è mondo i comici sono spaventati quanto attratti dall’inferno. Non c’è niente da fare,

l’Averno è la destinazione finale per chi è pronto a tutto per strappare una risata. L’inferno e tutti i suoi sulfurei carcerieri sono alla base dalla tradizione popolare e dei racconti dei cantastorie. Esso racchiude al suo interno l’alto e

il basso, il tragico e il grottesco. Abbiamo provato a indagare, tra il tardo Medioevo e il Rinascimento, qualche esempio di racconti infernali, libelli basso corporei dal sentore mefitico. I fabliaux francesi ne sono ricolmi, uno su tutti Il peto del villano, racconto faceto su un povero spirito demoniaco vittima dei miasmi di un contadino malsano.

 

Sempre a proposito di morte la tradizione orale del nostro Paese racconta di alcuni momenti carnevaleschi dove si usava recitare il paradossale testamento del porco e, perché no, di numerosi altri animali da cortile, ascoltati in pubblica piazza prima di diventare portata principale del martedì grasso. Ma di storie, novelle, cantari e stornelli ce ne sono e ce ne sarebbero molti. A narrare questi episodi sono tre attori, o meglio buffoni, comici, reietti, gente disposta a tutto per portare il riso. Lo faranno servendosi dell’arte buffonesca, quella maestria quattrocentesca che partorì poi la grande tradizione dei comici dell’arte. Strambe figure, novelline, travestimenti grotteschi, cantari bislacchi, maschere demoniache e improvvisazioni oscene sono alla base di Buffoni all’inferno, un decamerone buffo e tragico.

 

«Si tratta non solo di un ben recitato lavoro teatrale, ma anche di un tuffo letterario dentro fonti linguistiche

ormai assai poco praticate e che invece rendono lo spettacolo adattissimo ad un pubblico ampio.»

— RENZO FRANCABANDERA, PANEACQUACULTURE

DATA

23 novembre 2025

ORARIO

TURNO A ore 17:00

TURNO B ore 20:45

 

Durata 90' senza intervallo