COMPAGNIA DEL GRILLO

 

 

STATO CONTRO NOLAN

(UN POSTO TRANQUILLO)

di Stefano Massini

 

Regia di Claudio Rombolà

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ogni testo teatrale di Stefano Massini cambia modelli e schemi, e nessuno è mai una copia del precedente. Quasi sempre le fonti di ispirazione stanno fuori dalla storia del teatro e guardano ad altre forme espressive letterarie o cinematografiche. Anche per Stato contro Nolan, più che a precedenti teatrali, viene da pensare a uno specifico genere cinematografico, quello del film processuale, praticato anche da grandissimi maestri come Hitchcock e Wilder (e forse non è un caso che del nuovo lavoro di Massini siano già stati venduti i diritti cinematografici a un'importante casa di produzione internazionale). Ogni testo è diverso, ma tutti sono attraversati da una fortissima vena etico-politica. E certamente il processo a Herbert Nolan, direttore del giornale di una piccola città di provincia nell'America degli anni Sessanta, è qualcosa che ci tocca direttamente, più attuale che mai. Nolan è accusato di aver manipolato l'informazione per scopi privati: l'uccisione di un vagabondo scambiato per un rapinatore o stupratore era stata montata in modo da creare una paura diffusa in tutta la contea, così che gli abitanti si armassero per difendere le loro case. La locale azienda di armi aveva moltiplicato i profitti, e Nolan, che ne era un importante azionista, si era arricchito. Ma al di là del conflitto di interessi, alla base di tutto il testo stanno i meccanismi della costruzione di un clima di paura nella collettività. Il dibattimento diventa un processo alle parole, al loro valore e al loro potere, alla generazione di fake news, che non è molto diversa dalla costruzione dei miti. (Einaudi, 2019)

 

Note di regia

La lettura del testo di Stefano Massini lascia letteralmente senza fiato, tanta è la voglia di godere di un linguaggio forbito ma, nello stesso tempo, estremamente quotidiano pur nella tecnicità dell’ambiente processuale. Gli interrogatori dei testimoni, i battibecchi tra procuratore distrettuale e avvocato della difesa, la scelta e l’uso delle parole e il conseguente processo alle parole che ne scaturisce sono un esempio mirabile di una scrittura sapiente e coinvolgente.

Mettere in scena Stato contro Nolan comporta però il confrontarsi con un’opera che appartiene sì al genere processuale ma la cui struttura appare (ed è stata ritenuta da molti) come una vera sceneggiatura cinematografica. Abbiamo cercato di rispettarne la scelta, accogliendola come valida, efficace e anche sfidante.

Ma, al di là della pregevole struttura, Stato contro Nolan ci pone una serie infinita di interrogativi sui nostri comportamenti, sul sentirsi parte di greggi che spesso confondiamo con comunità, sulla non consapevolezza di poter essere facilmente manipolati, disinformati, indotti a certi comportamenti anziché ad altri, con il solo scopo dell’interesse e del profitto.

La paura, sentimento necessario e vitale per ogni essere, diventa invece lo strumento per la manipolazione delle masse, per modificarne il pensiero, per costruire il consenso. Attraverso le parole scritte, meglio scelte.

“Credo che questo sia un processo anche alla scrittura, a ciò che smuove, a ciò che comporta. Di più: qui la scrittura è un po’ come l’arma del delitto.” L’affermazione del procuratore distrettuale Eleanor Miles riassume magnificamente l’essenza di quest’opera e, speriamo, di questa messinscena. 

DATE

16 novembre 2023 - ore 20:45

19 novembre 2023 - ore 17:00

DURATA

1:35 più intervallo